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Mary e il fiore della strega – Lo Studio Ponoc omaggia il Maestro

Mary e il fiore della strega: Il primo lungometraggio animato dello Studio Ponoc, nuovo studio d’animazione composto da ex-artisti del team di Hayao Miyazaki,  sarà nelle sale dal 14 al 20 giugno con Lucky Red come un evento speciale, come già successo in passato per alcune delle opere dell’acclamato Studio Ghibli.

La storia di Mary è tratta dalla “La piccola scopa” scritta da Mary Stewart del 1971 e affronta il topos letterario della piccola protagonista che viene a contatto con i super poteri di una strega imbattendosi accidentalmente con un fiore magico, attraverso questi riesce a salvare se stessa e le sue persone care.

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Cosa funziona in Mary e il fiore della strega

Parte della magia del mondo Ghibli torna sul grande schermo con la deliziosa storia di Mary diretta da Hiromasa Yonebayashi, già convincente nel bellissimo Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento e nel poetico Quando c’era Marnie, che dopo aver chiuso l’indimenticabile parentesi lavorativa con il maestro Hayao Miyazaki nel celeberrimo studio torna a far brillare gli occhi dei sognatori di tutto il mondo con la prima produzione dello Studio Ponoc. Nato dalle ceneri del mitico Studio Ghibli, lo Studio Ponoc ha raccolto alcuni dei professionisti che hanno condiviso l’esperienza con Hiromasa Yonebayashi tra cui Riko Sakaguchi che ha curato la sceneggiatura come precedentemente successo per La storia della Principessa Splendente.

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Fortemente debitore al mondo Ghibli, evidenti i riferimenti a La Città Incantata, Princess Mononoke e Kiki – consegne a domicilio, Ponyo sulla scogliera, Il castello errante di Howl, Laputa e gli altri capolavori del maestro,  Mary e il fiore della strega, dimostra quanto bene Hiromasa Yonebayashi ha saputo mettere a frutto l’importante esperienza maturata al mitico Studio che risulta evidente anche nella realizzazione degli splendidi fondali dipinti a mano curati al minimo dettaglio, realizzate dallo Studio Dehogallery anch’esso appena nato ma che riunisce le maestranze, tra cui Kazuo Oga e Yoji Takeshige, che hanno fatto grande il lavoro dei film della Ghibli. Il film narra con la giusta sensibilità un passaggio della crescita della piccola Mary che attraverso l’utilizzo della magia acquista fiducia in se stessa e nelle proprie possibilità. Opera che festeggia il rinnovamento della tradizione artistica animata di uno degli studi giapponesi più amati nel mondo. Un passaggio di testimone che ci auguriamo si sviluppi ben oltre la riproposizione di canoni del passato e che, come la piccola protagonista del film, guardi al futuro con l’obiettivo di contare solo sulle proprie forze.

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Perché non guardare Mary e il fiore della strega

Qualcuno potrebbe banalmente etichettare il film come un copia e incolla di Kiki – consegne a domicilio, per via di una scopa e un gatto – come ogni strega che si rispetti-, altri probabilmente non troveranno in Mary e il fiore della strega, la cifra stilistica per sopravvivere e distinguersi oltre i capolavori del più celebre Studio.  Se la prima affermazione può essere facilmente etichettata come una baggianata, è vero che lo Studio Ponoc in futuro dovrà necessariamente alzare il tiro delle proprie produzioni senza nascondersi all’interno di un barattolo che naviga nelle acque calme di ciò che è stato il glorioso passato. Nel film manca una vera è propria evoluzione della storia, tutto procede con una certa linearità anche dopo l’arrivo di Mary alla scuola della magia, che ricorda tanto la Hogwarts di Harry Potter. Questo probabilmente è l’unico vero limite di un film artisticamente  incantevole. 

Mary, una meravigliosa piccola protagonista dalla splendida chioma rossa, è pronta per conquistare i grandi e i piccoli con la sua magica scopa saltellante e a far perdurare ancora nel mondo la magia del Maestro. Imperdibile.

Regia: Hiromasa Yonebayashi Anno: 2017 Durata: 102 min. Paese: Giappone Distribuzione:  Lucky Red

About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

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