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In Guerra, in sala il film politico di Stephane Brizé con Vincent Lindon

Presentato con un buon successo tra la critica allo scorso Festival di Cannes, esce in sala In guerra, nuovo film di Stéphane Brizé con protagonista Vincent Lindon.

Laurent (Vincent Lindon) è un operaio di una fabbrica di una zona disagiata del Sud della Francia. Lui e i suoi colleghi hanno firmato un accordo sindacale con l’azienda, che però dopo due anni decide di chiudere la filiale francese per delocalizzare in Romania. Laurent e gli operai decidono di combattere per mantenere il proprio posto di lavoro.

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Sono scene che abbiamo visto anche in Italia, dagli operai della Embraco che, con i loro picchetti sono riusciti a mantenere il proprio posto di lavoro, fino alla storia, non a lieto fine di altri operai di ditte più piccole, costrette per gli strascichi della crisi e per la concorrenza, a chiudere bottega. Stéphane Brizé invade il territorio che Ken Loach e i fratelli Dardenne ci hanno fatto conoscere, una storia in cui la dignità e il diritto ad un lavoro che la permetta sono protagonisti.

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Cosa funziona in In Guerra

Durante la conferenza stampa che è seguita alla proiezione del film, il regista ha affermato di essersi posto una domanda: “Che storie ci sono dietro i due minuti di notizia di telegiornale, che riassume gli elementi più drammatici e spettacolari di una vicenda?” In particolare, Stéphane Brizé fa riferimento alle immagini, che hanno fatto il giro del mondo, dei manager di AirFrance aggrediti dai dipendenti licenziati. Nel notiziario, per ovvie ragioni di cronaca, la storia era sintetizzata tutta nell’evento rabbioso durante il quale i dipendenti erano riusciti a strappare letteralmente la camicia ai loro datori di lavoro, senza poter approfondire cosa aveva portato a quel gesto dettato dall’ira.

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Con la tecnica del documentario, con inquadrature spesso realizzate con la macchina a mano, in cui il protagonista Laurent (Vincent Lindon) è intravisto attraverso la massa di colleghi che lo ascoltano, In Guerra indaga i passaggi che portano gli operai all’esasperazione, e passano dalla lotta alla rabbia senza controllo. Le riunioni, le discussioni tra colleghi, le discrepanze tra diversi punti di vista.

Questo stile di regia si distingue da quella che è la sfera privata di Laurent, le cui scene a casa o in ospedale per seguire la nascita del nipote, sono più classiche, stabili e nitide. Brizé usa diversi linguaggi audiovisivi per comunicare emozioni distinte, fino ad arrivare alla sintesi del linguaggio dei telegiornali o all’ellissi di significato quasi completa di un video realizzato con un telefonino, che ancora meno del telegiornale, contestualizza e giustifica ciò che viene ripreso.

Come dice lo stesso regista: “Le parole in questo film sono molto potenti, nulla è detto a caso, la parola che si sente di più in questo film è competitività, che presa da sola è una parola positiva, mentre nel contesto della lotta di Laurent e dei suoi colleghi diventa un ricatto, a causa del quale tutta la loro vita è messa a rischio“.

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Perché non guardare In Guerra

In Guerra è un film molto impegnato che prende una decisa posizione politica e la sostiene per tutta la sua durata, con discorsi, litigi, riunioni che coinvolgono i protagonisti portandoli dentro ad un vortice che non lascia molte vie di scampo.

In Guerra sarà al cinema dal prossimo 15 novembre con Academy Two , in alcune sale sarà disponibile in lingua originale.

Regia: Stéphane Brizé Con: Vincent Lindon, Mélanie Rover, Jacques Borderie Anno: 2018 Durata: 113 minuti Paese: Francia Distribuzione: Academy Two

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