Acclamato al Sundance Film Festival nel quale ha vinto il gran premio della giuria e applaudito alla Festa del Cinema di Roma 2018 sbarca sui grandi schermi italiani l’attesissimo film La Diseducazione di Cameron Post, per la distribuzione di Teodora Film.
Già romanzo di culto, scritto da Emely M. Danforth ed edito in italia per la Rizzoli, La Diseducazione di Cameron Post narra una fetta di vita dell’adolescente Cameron Post che nell’America anni 90, attraverso i primi approcci con la sessualità, scopre la sua omosessualità. Sorpresa al ballo di fine anno a baciarsi con la sua migliore amica viene mandata dalla sua famiglia, che pur la ama e pensa di fare in questo modo il suo bene, nel centro religioso God’s Promise che pratica tecniche terapeutiche di rieducazione sessuale su giovanissimi. Tali campi nascono dalle “teorie riparative” dello psicologo Joseph Nicolosi che mirano a guarire l’omosessualità. Tali teorie hanno trovato molta diffusione nelle frange dell’estrema destra conservatrice americana anche se sono state successivamente confutate dalla comunità scientifica perché non basate su basi scientifiche solide.
Cosa funziona in La Diseducazione di Cameron Post
Ottimo il lavoro della regista newyorkese di origini iraniane Desiree Akhavan caratterizzato da una regia asciutta e rispettosa della delicatezza del tema. Durante l’incontro con la stampa in occasione della presentazione del film alla Festa del Cinema di Roma 2018 la regista ha condiviso con i giornalisti l’emozione della lettura dell’opera della Danforth che descrive con minuziosa attenzione le mille sfaccettature e le diverse reazioni dei diversi personaggi, quasi tutti giovanissimi, nel confrontarsi con una esperienza così estrema quale può essere la vita all’interno di un centro religioso di conversione. Esperienza che, pur con una declinazione molto diversa, la stessa regista ha provato sulla sua pelle essendo stata ricoverata essa stessa da giovane in una rehab a causa di un disturbo alimentare.
La profonda onestà di questa pellicola sta nel mostrare la sincera convinzione che provano coloro che gestiscono questi centri, nella efficacia delle terapie e nella giustezza delle convinzioni di fondo, oltre all’infinito senso di spaesamento di un qualsiasi giovane nel sentire da persone che ama o che rispetta che ha necessità di essere mentalmente “riprogrammato” per poter funzionare adeguatamente nella società.
Altro punto di forza della pellicola è rappresentato dalla scelta di un cast calibrato e ben amalgamato nel quale brilla Chloë Grace Moretz (La quinta onda), nella parte della protagonista Cameron, la cui recitazione è assolutamente naturale e di spiazzante onestà. La Moretz da promessa della recitazione è sempre più una certezza.
Perché non guardare La Diseducazione di Cameron Post
Un aspetto che appare chiaro è che l’intento del film non è mai giudicante, piuttosto si sceglie una prospettiva descrittiva di un particolare momento culturale e storico, come di una precisa fase della vita in cui spesso si fa fatica a trovare punti di riferimento. Per tale ragione alcuni riterranno che l’epilogo narrativo non sia abbastanza risolutivo anche perché, volutamente, si sceglie di non indulgere eccessivamente nell’identificazione di personaggi persecutori ma piuttosto nel senso di smarrimento dei giovani protagonisti. Tuttavia questo rappresenterà un limite esclusivamente per gli spettatori eccessivamente legati al concetto tradizionale del plot.
La Diseducazione di Cameron Post è un’opera profonda nelle tematiche ma anche straziante e sensuale come solo un amore adolescenziale può essere. Assolutamente imperdibile.
La Diseducazione di Cameron Post è al cinema dal 31 ottobre con Teodora Film