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Suburra La Serie – Netflix presenta il suo primo orginale italiano a Venezia74: abbiamo incontrato il cast

Suburra La Serie, il primo originale italiano di Netflix, debutterà il 6 Ottobre 2017 e raggiungerà 100 milioni di abbonati nei 190 Paesi in cui il servizio è attivo. Abbiamo incontrato il cast della serie a Venezia74

Con i suoi dieci episodi diretti da Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi, Suburra La Serie fungerà da prequel rispetto alla pellicola del 2015. Il protagonista sarà sempre Numero 8, interpretato ancora una volta da Alessandro Borghi. Crime thriller ambientato a Roma, che descrive come la Chiesa, lo Stato e la criminalità organizzata si scontrano, confondendo i limiti della legalità e dell’illecito nella loro feroce ricerca del potere, Suburra ha per protagonisti tre giovani uomini: Numero 8 (Alessandro Borghi), Spadino (Giacomo Ferrara) e Lele (Eduardo Valdarnini), diversi per origine, ambizioni e passioni, che saranno chiamati a fare alleanze per realizzare i loro più profondi desideri.

Abbiamo incontrato cast tecnico ed artistico a Venezia74, dove è stato possibile vedere, in anteprima, due dei dieci episodi previsti a partire dal 6 Ottobre. E’ la sceneggiatrice Barbara Petronio a spiegare la genesi della serie: “Volevamo divertirci a essere liberi di raccontare in maniera autonoma, il prequel ti permette una dimensione dei personaggi diversa, puoi raccontare il viaggio che li ha portati a essere quelli che abbiamo conosciuto nel film. Ma li volevamo anche più giovani, con una energia e motivazioni differenti. Legati alla romanità: hanno caratteristiche universali ma nascono in una città particolare. Un racconto di formazione che esprime anche la fame millenaria di conquista che ha chi nasce e cresce a Roma. Per i protagonisti si tratta di sopravvivere, ma anche di diventare adulti.”

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Interviene presto anche Claudia Gerini, il cui personaggio, almeno nelle prime due puntate, è raccontato in una cornice dove le donne sembrano spesso trovare un ruolo più marginale: Sara Monaschi è una donna ambiziosa, un revisore dei conti in Vaticano. E’ molto vicina al presidente della commissione del patrimonio immobiliare della Santa Sede. È sposata con un gentiluomo di sua santità e ha una società edilizia importante, coinvolta in questo nuovo piano di espansione di Roma, con le sue promesse di guadagni di miliardari. È una donna comunque di talento, è arrivata perché non solo finanziariamente è capace, ma è anche brava a tessere relazioni, è il simbolo della Roma dei salotti, conosce i segreti finanziari e quelli personali del monsignore con cui lavora. Il potere è il tema forte di Suburra, raccontato con un linguaggio nuovo e anche ironico.”

Ma Roma è davvero come viene raccontata? La domanda arriva da una giornalista straniera. La risposta arriva da Giancarlo De Cataldo, autore del libro: “Ci sono degli elementi di realismo, ma questa Roma è fiction. Una storia vera si trasforma, si dilata. Se avessimo voluto scrivere un reportage giornalistico non avremmo chiamato la storia Suburra ma Saggio sulla corruzione di Roma. Quindi, cercate di capire: ogni racconto è sempre una metafora e ogni metafora è sempre un’interpretazione, e ogni interpretazione è sempre un racconto. È sempre fiction.” 

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Uno dei pochi ad essere presente sia nel film che nella serie è Alessandro Borghi che ci racconta l’evoluzione e la costruzione del suo Numero 8“È stata una grande possibilità, sono stato costretto a smontare il Numero 8 che avevamo creato nel film per ricostruire un personaggio con molta meno consapevolezza del concetto e della gestione del potere. È un giovane pieno di temperamento che fa molti danni, in un viaggio che lo porta a diventare quello che abbiamo conosciuto nel film. L’idea è che qui deve ancora trovare un posto che non è ancora ben definito nel suo mondo. E per trovarlo si relaziona con mondi che non era abituato a frequentare.”

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E a chi domanda come mai le serie riescono ad essere più attuali e forti del film, il regista Michele Placido risponde in questo modo: “La sfida del futuro è questa e io ho accettato subito. Ho detto sì a Romanzo criminale il giorno dopo che eravamo stati presi a pomodorate con Ovunque sei qui a Venezia. E per fortuna quel film è andato male, così abbiamo aperto una strada nuova alla serialità. Deve cambiare mentalità anche da parte di noi registi. Dobbiamo essere meno autori, perché un certo cinema è finito. Dobbiamo lavorare al fianco dei produttori alla grande stagione delle nuove serie. La tv sta cambiando. La Rai sta cambiando e partecipa a un progetto importante e forte. Una signora qui al Lido mi ha detto ‘Violentissimo, ma bellissimo’. Meno male, sono due aggettivi importanti. All’inizio ero spiazzato, ma ora ho capito tante cose. Siamo in una rivoluzione e sono lieto di esservi all’interno.”

 

About Federica Rizzo

Campana doc, si laurea in Scienze delle Comunicazioni all'Università degli Studi di Salerno. Web & Social Media Marketer, appassionata di cinema, serie tv e tv, entra a far parte della famiglia DarumaView l'anno scorso e ancora resiste. Internauta curiosa e disperata, giocatrice di Pallavolo in pensione, spera sempre di fare con passione ciò che ama e di amare follemente ciò che fa.

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