Mudbound è il nuovo film targato Netflix presentato a RomaFF12; un’epopea umana radicata nel profondo Sud degli USA sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale, il tutto orchestrato dalla regista Dee Rees.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale si intrecciano le vicende di due famiglie, pronte a contendersi il terreno fangoso di una fattoria nel Mississippi; la vicenda narrata si focalizza però intorno a Jamie McAllen (Garrett Hedlund) e Ronsel Jackson (Jason Mitchell), due reduci che cercheranno insieme di superare gli strazianti orrori vissuti in guerra. Man mano che la loro amicizia diventa sempre più salda, trovano l’opposizione del patriarca McAllen e del fratello maggiore di Jamie, Henry ([amazon_textlink asin=’B016DP1FMC’ text=’Jason Clarke’ template=’ProductLink’ store=’darumaviewit-21′ marketplace=’IT’ link_id=’b08e4dc8-c63d-11e7-be86-77f9d887ad7c’]), brusco proprietario terriero che difficilmente riesce ad ammettere i propri fallimenti di fronte a se stesso o alla moglie Laura ([amazon_textlink asin=’B00D87PSL8′ text=’Carey Mulligan’ template=’ProductLink’ store=’darumaviewit-21′ marketplace=’IT’ link_id=’a7552806-c63d-11e7-b492-bd05ecc156fa’]). Tra il duro lavoro nei campi, le difficoltà della vita agricola e le rigide barriere sociali, il legame fraterno tra i due giovani sconvolgerà i piani delle rispettive famiglie e i rapporti che intercorrono tra padroni e sottoposti, sfidando però in tal modo la brutale realtà nel quale vivono.
Cosa funziona in Mudbound
Mudbound più che un film è un’epopea; un’incalzante, inarrestabile, cavalcata nel cuore oscuro del sogno americano decostruito sulle ceneri della Seconda Guerra Mondiale. Con il suo respiro epico sembra quasi di assistere alla drammatizzazione – per immagini – di un romanzo di John Steinbeck, con i suoi personaggi umani più che umani prede facili di dubbi, desideri, menzogne e paure. La regia della Rees, alternando momenti narrativi a ininterrotti flussi di coscienza, frammentando passato e presente, intervallando flashback e tasselli di memoria al dramma del presente, rasenta quel lirismo estetico e naturalistico tipico dello stile di Terence Malick; il cast di eccellenti attori – tra i quali Jason Clarke, Carey Mulligan, Garrett Hedlund, Mary J. Blige e Rob Morgan – fa sicuramente il resto, gareggiando in bravura, credibilità ed emotività, restituendo la rabbia, le frustrazioni e le contraddizioni che affliggono i personaggi.
Perché non guardare Mudbound
Nonostante i pregi sia tecnici che stilistici Mudbound presenta una pecca sul piano temporale: comprimere una simile epopea in 134 minuti ne limita le potenzialità legate ai personaggi e alle loro complesse psicologie; istintivamente, sembra quasi che il film possa trovare una propria dimensione congeniale nel respiro più ampio della serialità “compressa” e subito disponibile alla quale ci ha abituato Netflix stesso, senza nulla togliere alla tagliente riuscita del prodotto finale.