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Ecco perché Girls rappresenta la vera rivoluzione sessuale femminile in formato Serie TV (e non “Sex and the City”)

Girls: Con la messa in onda negli Stati Uniti della sesta e ultima stagione, iniziata ieri sera sul canale di HBO, la serie TV al femminile più chiacchierata degli ultimi anni, torna sulle nostre pagine per un’analisi dedicata al suo reale valore rivoluzionario. Un prodotto imperdibile ma barbaramente interrotto in Italia, la serie da noi è ferma alla seconda stagione, che nessuno sembra avere il coraggio di riprendere ne distribuire nel nostro paese.  

Quasi un milione di anni fa, o forse due, alle soglie della conclusione della mia adolescenza mi sono imbattuta, sulla allora Telemontecarlo, in quella che venne presentata come la serie più rivoluzionaria mai fatta sulla vita sessuale femminile, la celeberrima “Sex and the City”. La serie HBO fu presentata talmente in pompa magna, da essere preceduta da tanto di presentazione pre-puntata tutta al femminile che da un lato permetteva di enfatizzare adeguatamente le aspettative del telespettatore, dall’altra consentiva di raggiungere orari di trasmissione “consoni” al contenuto della serie che attinge come da titolo ad abbondanti contenuti sessuali. Non sto a dirvi quanto la serie abbia fatto successo perché il resto è storia ed effettivamente la stessa ha l’indubbio merito di aver disvelato all’ignaro mondo maschile molti dei discorsi che le “ragazze” fanno nelle toilette dei locali o durante i venerdì sera.

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Il Cast di Sex and the City

Partendo dal presupposto che personalmente la trovo esilarante e sono fortissimamente legata alla stessa, in quanto rappresenta per molti versi un ideale di indipendenza al quale mi sono sempre ispirata fin dalla più tenera età, fin dalla prima visione non sono riuscita a cogliere l’aspetto rivoluzionario decantato da tutti, in particolare in relazione alla vita sessuale delle protagoniste. La rappresentazione femminile dei quattro personaggi protagonisti mi è sempre parsa estremamente convenzionale, aderente in maniera a tratti spaventosa allo stereotipo estetico femminile a totale uso e consumo del machismo più estremo. Le quattro ragazze svettavano giorno e notte, senza colpo ferire, su tacchi a spillo improbabili per qualsiasi abitante di una grande città che ha a che fare con mezzi pubblici estenuanti e sampietrini, strizzate in minigonne scintillanti. Quasi costantemente in perfetta forma fisica hanno rappresentato per anni una improbabile vita sessuale che a dirla tutta è una esatta copia dell’ideale maschile di vita sessuale. Descritta da tutti come rivoluzionaria, mi è sempre parsa più come una perfetta rappresentazione di quello che i maschietti vorrebbero da noi e piuttosto lontana da quello che le donne desiderano in camera da letto.

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La stessa HBO molti anni dopo tuttavia è risuscita a riabilitarsi presentandoci Girls che pur nascendo dalle ceneri di Sex and the City, appare finalmente come la rivoluzione formato serie TV che tutte noi donzelle aspettavamo, oserei dire, da sempre. Pur in mercato televisivo come quello americano in cui il conformismo, in particolare quello estetico, l’ha sempre fatta da padrone la creatrice e interprete principale Lena Dunham ha avuto l’ardire di presentarci, letteralmente senza reticenza alcuna, una protagonista nettamente fuori dai canoni estetici classici. Profondamente insicura, affetta da disturbi mentali vari e da un conclamato narcisismo, la nostra eroina è tutto fuorché una perdente. Fra gli aspetti più innovativi di Girls a mio avviso vi è anche la descrizione di una vita sessuale femminile lontana dalla visione patinata, ma bensì ricca di tutte quelle “miserie” oltre che glorie che qualsiasi donna/giovane con una vita sentimentale che si rispetti ha passato sulla propria pelle.

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In una America affetta da uno spaventoso tasso di stupri nei college (vedi a proposito The Hunting Ground” e “Miss Representation” su Netflix) è chiaro che stiamo nettamente regredendo nella battaglia contro la mercificazione del corpo femminile in larga parte a causa delle visione stereotipata che i mass-media costantemente propongono, in cui l’emancipazione è sinonimo di promiscuità e iper-sessualizzazione dell’immagine, anche fra le giovanissime. Diciamola tutta care amiche un po’ della colpa di questo arretramento è anche di Sex And The City che non ha fatto altro che bombardarci per anni con la visone di quattro ricche e splendide trentenni dal tacco perenne e dall’orgasmo istantaneo con le quali è impossibile competere.

Lena Dunham santa subito.

Scritta divinamente Girls si presenta a mio avviso come la serie femminile migliore di sempre e, pur rappresentando un ristretto mondo privilegiato del contesto Newyorchese, osa dove nessuno aveva mai fatto portando il politicamente scorretto dove finora c’erano stato solo glamour. La Dunham, in tutta la sua splendida nudità non convenzionale, ci ha regalato una protagonista femminile che per certi versi è talmente rivoluzionaria che dovrebbe essere portata nelle scuole.

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A tratti utopica appare ancora la speranza di vita sessuale femminile consapevole e pienamente vissuta, lontana da stereotipi ma anche da sensi di colpa. Il dubbio fortissimo che ci coglie è che alla ricerca della affermazione sociale ed economica femminile, ancora si faccia inconsciamente riferimento all’ideale maschile di successo in tutto e per tutto, anche in camera da letto. Probabilmente la lunga strada della emancipazione femminile, comincerà a delinearsi quando le donne saranno finalmente portatrici del loro ideale femminile vincente nei mass media e che questo non sia una brutta copia di quel machismo che, sia che siamo consapevoli oppure no, è ancora dentro di noi. Anche perché la comunicazione è quasi totalmente in mani maschili.

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Il nostro ideale femminile forse nelle nostre menti ancora non c’è, mentre siamo alla ricerca della prossima dieta per perdere peso, ma un piccolo gigante passo in questo senso è stato fatto con Girls, e di questo dobbiamo dire grazie a Lena Dunham.

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Un commento

  1. E’ bene che la rivoluzione femminile sia frequente nelle scuole di tutto il mondo è che il sesso femminile abbia sempre la facoltà di essere valso in tutti gli stati del mondo! Un ringraziamento alle persone che contribuiscono a difenderle.Saluti.

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