Chi m’ha visto: Beppe Fiorello e Pierfrancesco Favino mattatori dell’opera prima di Alessandro Pondi, una commedia esilarante che ragiona in modo leggero sul concetto di successo e di popolarità.
Martino Piccione (Beppe Fiorello) è un ottimo chitarrista da sempre in tournée con i più famosi esponenti della musica leggera italiana; nonostante sia pronto ad aggirare la boa dei cinquant’anni, non riesce a emergere dal cono d’ombra nel quale è relegato dalle crudeli regole dello star system. A fargli pesare ulteriormente questa situazione è il ritorno sistematico a casa, nel paesino pugliese di Ginosa, dove tutti i suoi compaesani lo canzonano per le sue vane ambizioni. Frustrato, Martino ha un colpo di genio: decide di sparire dalla circolazione per un po’, con la complicità del migliore amico Peppino (Pierfrancesco Favino). Ma, questo folle piano porterà a conseguenze davvero inaspettate.
Cosa funziona in Chi m’ha visto
Una serie di complicati ma simpaticissimi stratagemmi insieme al concretizzarsi di situazioni al limite del paradosso ma efficacemente descritti da una buona sceneggiatura, ben ponderata, in cui i tempi comici si incastrano perfettamente di scena in scena, rendono Chi m’ha visto molto accattivante e assai gradevole. Fiore all’occhiello della pellicola di Pondi è sicuramente la performance di Favino, grezzo sciupafemmine meridionale, che convince, pur con qualche deriva, e strappa la maggior parte delle risate. Si fa notare, inoltre, Sabrina Impacciatore nel piccolo ruolo della conduttrice televisiva, il suo è un personaggio molto interessante: una maschera semplice e funzionale. Fiorello e Favino, inedita coppia di bonari e semplici istrioni in grado di descrivere con molta saggezza l’ambiente paesano, funzionano e rendono questa pellicola un motivo di grande divertimento ma anche di riflessione.
Perché non guardare Chi m’ha visto
A lasciare più perplessi è la grossolana raffigurazione di un Sud Italia che non va oltre il bozzetto di stereotipi di cui ne è pieno il cinema. In tal senso non ci si fa mancare davvero nulla, con un gusto macchiettistico ed esotico: dal prete ispanico all’immancabile prostituta redenta, passando per gli intermezzi da bar.
Ambientata nella Puglia dei nostri giorni e ispirata ad una storia vera, Chi m’ha visto, riflettendo sul concetto di successo all’interno di un contesto allegro e spensierato, è bravo, tra risate e battute micidiali, a mostrare tutto il suo lato oscuro, mettendo in risalto l’amara realtà in cui viviamo: spesso in nome di una esagerata ed effimera apparenza, dimentichiamo la sostanza delle cose.