Dopo essersi dimostrati un fenomeno sul web grazie alle loro autoproduzioni, i The Jackal debuttano sul grande schermo con Addio Fottuti Musi Verdi, un film che unisce la comicità surreale e scorretta del gruppo a un’ambientazione fantascientifica a base di alieni e astronavi.
Ciro (Ciro Priello) è un grafico, con numerosi titoli di studio che attestano le sue capacità, ma che, come tanti della sua generazione, non riesce a trovare un lavoro fisso, e sbarca il lunario lavorando, in condizioni di quasi schiavitù, in una friggitoria gestita da cinesi. Condivide le sue sventure con il suo amico Fabio (Fabio Balsamo) , buffo nerd appassionato di fantascienza e schiavo a sua volta nell’azienda di famiglia, che produce buffissimi video per matrimoni, e Matilda (Beatrice Arnera), a cui Ciro non riesce a dichiarare il proprio amore. Grazie ad un concorso, Ciro riuscirà a mandare nello spazio il suo curriculum, e ad essere “convocato” da una razza aliena iper-produttiva a cui serve un grafico (sul loro pianeta, i creativi sono tutti estinti) e che hanno dei piani in serbo per la Terra.
Cosa funziona in Addio Fottuti Musi Verdi
L’idea di affrontare il tema del precariato, in particolare il problema dei cervelli in fuga, in chiave di commedia fantascientifica, è ottima. Il comparto tecnico è di primo livello per una produzione del genere: la CGI è incredibilmente convincente, le scene nello spazio possono competere dignitosamente con modelli esteri con a disposizione ben altri budget. C’è inoltre un ottimo lavoro sulle scenografie con un utilizzo molto interessante anche del make up prostetico. Tra i momenti che funzionano segnaliamo il cameo di Gigi D’Alessio, grossa sorpresa del film, e Beatrice Arnera che riesce ad inserirsi molto bene in un gruppo già collaudato, portando una ventata femminile di novità. Persistono, inoltre, alcuni fattori positivi: la capacità comica di Ciro Priello e di Fabio Balsamo e uno sguardo stralunato sulla napoletanità che non è mai espressione di provincialismo.
Perché non guardare Addio Fottuti Musi Verdi
Il più grosso problema di Addio Fottuti Musi Verdi è che, nonostante le ambizioni e le premesse, si impantana quasi subito in un terreno troppo battuto, finendo per rimettere in scena una serie di luoghi comuni del cinema italiano che di originale proprio non hanno nulla, eccetto il contesto. La sceneggiatura mette in mostra un grande amore per il cinema, tra cui numerosi omaggi all’apprezzato Edgar Wright, ma crolla davanti a siparietti comici davvero scadenti. Non basta allestire un buon spettacolo visivo. E’ proprio la comicità del film a non funzionare. La struttura su cui si regge la storia è esile, ma infarcita di quelle gag che li hanno resi famosi, per questo incontreranno di certo il favore degli estimatori.
Giocando con i topos del genere sci-fi in maniera molto convincente, Addio Fottuti Musi Verdi è una prova a tratti originale, che strappa più di una risata sincera, anche se non sempre avvincente. Un’opera, insomma, riuscita a metà.