Il Diritto di Contare: Arriva l’8 marzo 2017 al cinema con 20th Century Fox, il prezioso film di Theodore Melfi che analizza la lotta alla problematica razziale attraverso il racconto di uno degli avvenimenti storici che hanno cambiato e segnato il nostro pianeta.
Il Diritto di Contare è un altro titolo caldo nella corsa forsennata verso i prossimi Oscar 2017, che si terranno Domenica 26 Febbraio a Los Angeles. È un film atteso soprattutto per via del forte messaggio sociale che incarna e per l’ottimo lavoro che il cast ha compiuto per comunicarlo al pubblico nel modo più efficace e meno retorico possibile: Taraji P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monáe sono le tre protagoniste di questo piccolo “caso”, affiancate da attori come Kevin Costner, Kirsten Dunst, Jim Parsons e Mahershala Ali, anche quest’ultimo candidato nella categoria Miglior Attore non Protagonista (per la sua performance in Moonlight di Barry Jenkins) come la sua collega Octavia Spencer (candidata come Miglior Attrice non Protagonista).
Penalizzato dall’adattamento italiano del titolo – che tradisce il significato originale ispirato al titolo del romanzo omonimo dal quale è tratto il film, ovvero Hidden Figures: The Story of the African-American Women Who Helped Win the Space Race scritto da Margot Lee Shetterly, il film co – scritto e diretto da Theodore Melfi racconta la storia (vera) delle tre donne afroamericane Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson (matematica la prima, programmatrice IBM la seconda e prima donna ingegnere l’ultima) che, nei primi anni ’60, attraverso i loro calcoli e la loro competenza aiutarono gli Stati Uniti a battere la Russia nella corsa nello spazio mandando in orbita il primo astronauta della storia, il capitano John Glenn.
Il Diritto di Contare non è semplicemente il classico film buonista da competizione internazionale: pur mettendo in scena le contraddizioni dell’America degli anni ’60 e le difficoltà incontrate da tre donne di colore lungo il loro percorso di emancipazione (pur se minima), in realtà sfrutta queste piccole storie quotidiane per regalare un affresco più maestoso ed imponente che si collega alla Storia e al suo lato più nascosto, quello connesso alla sfera matematica, analitica, fisica, quantistica, ingegneristica e aereospaziale che troppo spesso tendiamo a trascurare o a evitare, considerandole di scarso appeal (soprattutto commerciale). La scrittura di Melfi e della co- sceneggiatrice Allison Schroeder tratteggia tre figure femminili forti ed indipendenti, mai banali o retoriche, ma soprattutto persone prima ancora che personaggi a tutto tondo, che nel corso dei 127’ vengono mostrate con le loro splendide debolezze e le prodigiose peculiarità. Peculiarità che potremmo chiamare diversità e che costituiscono il cuore pulsante di un film altrimenti ingabbiato in una forma – e in un linguaggio filmico – altresì classici e lontani dal cinema post – moderno che ha contaminato la nostra realtà; le tre attrici e gli altri grandi nomi che le circondano riescono a calamitare l’attenzione dello spettatore su di loro ma soprattutto sulla storia umana che Melfi decide di raccontare; l’affascinante – e sconosciuto – mondo della fisica, della matematica, della geometria e dello spazio infinito fa il resto, compiendo il prestigio definitivo e distogliendo l’attenzione dall’ennesimo prodotto americano da competizione.
Il Diritto di Contare
Commento Finale - 70%
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Il Diritto di Contare non è semplicemente il classico film buonista da competizione internazionale: pur mettendo in scena le contraddizioni dell’America degli anni ’60 e le difficoltà incontrate da tre donne di colore lungo il loro percorso di emancipazione (pur se minima), in realtà sfrutta queste piccole storie quotidiane per regalare un affresco più maestoso ed imponente che si collega alla Storia e al suo lato più nascosto, quello connesso alla sfera matematica, analitica, fisica, quantistica, ingegneristica e aerospaziale che troppo spesso tendiamo a trascurare o a evitare, considerandole di scarso appeal (soprattutto commerciale). Le tre attrici e gli altri grandi nomi che le circondano riescono a calamitare l’attenzione dello spettatore su di loro ma soprattutto sulla storia umana che Melfi decide di raccontare; l’affascinante – e sconosciuto – mondo della fisica, della matematica, della geometria e dello spazio infinito fa il resto, compiendo il prestigio definitivo e distogliendo l’attenzione dall'ennesimo prodotto americano da competizione.