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Tom à la ferme – Recensione – Un Film di Xavier Dolan

Con “Tom à la ferme”, scritto, diretto e interpretato dallo stesso regista, continua la riscoperta e celebrazione di Xavier Dolan, l’enfant prodige del festival di Cannes che ha raggiunto il definitivo successo internazionale con “Mommy“.

Tom (Xavier Dolan), è un giovane pubblicitario costretto a raggiungere la famiglia del suo amante Guillaume, per assistere al suo funerale. L’atmosfera già di perse tesa e drammatica diventa presto inquietante; la madre del defunto non è conoscenza degli orizzonti omosessuali del figlio. Tuttavia non sarà lei il problema, quanto l’altro figlio Francis (Pierre-Yves Cardinal), che costringerà violentemente Tom al silenzio per proteggere sua madre. Tom comincia a nutrire una strana attrazione nei confronti del violento Francis e si convince a rimanere.

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L’atmosfera piatta e sospesa ricorda quasi un “riccioli d’oro” versione horror, protagonista un’ingenuo e sottomesso Dolan, che mette in scena un thriller psicologico dai tratti disturbanti. Diverso rispetto alle altre pellicole del giovane regista, Tom à la ferme è più cupo e tratta un genere inaspettato. Per lunghi tratti  “Tom à la ferme” si rivela un ottimo thriller d’autore, in cui non mancano la tensione o la suspense. Assistiamo al complicato processo di attrazione fra carceriere e carcerato, calandoci completamente in un turbine di masochismo e ingannevole romanticismo. Non siamo al cospetto dell’ennesima pellicola sull’omosessualità ma di una sadica e claustrofobica favola, una complicata relazione tra due individui evidentemente disturbati, la quale chimica sullo schermo è palpabile. Nell’opera traspare immaturità (giustificata ovviamente data la giovane età), sottolineata dalle scelte stilistiche e delle tematiche, a volte un po’ scontate o fuori contesto.

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Le interpretazioni degli attori sono degne di nota, prima fra tutte quella dell’inquietante quanto affascinante fratello Francis, un uomo violento e malato,  che grazie alla bravura e alla sensibilità di Pierre-Yves Cardinal risulta irresistibile. Il personaggio del regista e protagonista, al contrario è meno forte o originale: Dolan si compiace della sua stessa presenza sullo schermo, soffermandosi su interminabili primi piani e dialoghi a volte inutili ai fini della trama, quanto pura espressione di bravura recitativa. La sua interpretazione è inutilmente piena di virtuosismi, palesemente narcisistica ma contribuisce a creare l’atmosfera ossessiva e opprimente del film.

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Tom à la ferme non fa che confermare le potenzialità di Xavier Dolan, ormai sulla cresta dell’onda. Questa volta affronta il genere del thriller e riesce nel suo intento, sebbene la pellicola si riveli più convenzionale e meno sperimentale del previsto. I temi affrontati sono ricorrenti: la malattia della psiche umana, romanticizzata in maniera quasi adolescenziale, la sperimentazione di vari formati e non ultimo uno studio quasi poetico sulla figura della madre.

Regia: Xavier Dolan Con: Caleb Landry Jones – Xavier Dolan – Pierre-Yves Cardinal – Lise Roy – Evelyne Brochu – Mélodie Simard Anno: 2013 Durata: 105 Min. Paese: Canada – Francia  Distribuzione: Movies Inspired
Con "Tom à la ferme", scritto, diretto e interpretato dallo stesso regista, continua la riscoperta e celebrazione di Xavier Dolan, l'enfant prodige del festival di Cannes che ha raggiunto il definitivo successo internazionale con "Mommy". Tom (Xavier Dolan), è un giovane pubblicitario costretto a raggiungere la famiglia del suo amante Guillaume, per assistere al suo funerale. L'atmosfera già di perse tesa e drammatica diventa presto inquietante; la madre del defunto non è conoscenza degli orizzonti omosessuali del figlio. Tuttavia non sarà lei il problema, quanto l'altro figlio Francis (Pierre-Yves Cardinal), che costringerà violentemente Tom al silenzio per proteggere sua madre. Tom comincia a nutrire una strana attrazione nei…
Commento Finale - 70%

70%

Xavier Dolan si conferma un ottimo regista e mette in scena un thriller psicologico, sadico e allo stesso tempo romantico. I personaggi sono ben strutturati e sufficientemente interessanti, manca l'atmosfera, che nel film è piatta e quasi stancante. Dolan crea, con forte narcisismo, una storia d'amore inquietante e opprimente, a tratti un po' "da adolescenti", ma comunque un'ottima prova di genere.

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About Alice De Falco

Innanzitutto è fondamentale dire che prova molto imbarazzo nel descriversi in terza persona, ma cosa non si fa per la gloria. Al mondo da fine 1996, fa le scuole (come tutti) e poi le finisce (come quasi tutti), dicendo addio al liceo scientifico e ciao al magico mondo del cinema. Da grande vuole fare la regista, avere un sacco di soldi e possibilmente sposare Wes Anderson anche se è un po’ brutto.

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