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Quattro parole sul ARF FESTIVAL, non è tutto oro quello….

Siamo stati all’Arf Festival al Macro di Testaccio, sabato 21 maggio e vi raccontiamo brevemente cosa ci è piaciuto e cosa non abbiamo gradito.

In una bella giornata di sole nella capitale, a Roma sabato abbiamo toccato i 26° gradi, mentre andava in scena la conferenza stampa di “The Nice Guys” e l’incontro all’IKEA con il celebre Chef Rubio, abbiamo pensato di fare un giro per Arf Festival per valutare con i nostri occhi anche questa poco conosciuta manifestazione.

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Giacomo “Keison” Bevilacqua

Abbiamo, ovviamente apprezzato la location; la vecchia pelanda dei maiali ripulita e restaurata al cui interno è possibile visitare le mostre libere “Da Rat-Man a Star Wars, il cinema secondo Leo Ortolani”, ” Rita Petruccioli Prima le donne e i bambini”, “LRNZ OEO”, e i vari stand  tra cui quelli di alcune delle maggiori case editrici ( ad esempio Star Comics, Tunué, Bao, Fandango, Denti Blu, Magic Press con Lorenza di Sepio (Simple&Madama) e le fumetterie più importanti di Roma e dintorni (Star Shop, Forbidden Planet, Nuvoloso) . La presenza di alcune case editrici minori ed indipendenti che di solito non partecipano alle fiere. La divertente Fossa dei Bruti e l’atmosfera tranquilla e rilassata.

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Paolo Bacilieri

Veniamo adesso alle note dolenti: cosa non ci è piaciuto di questo ARF Festival. La prima cosa su cui abbiamo storto il naso è stata la poca pubblicizzazione del Festival da parte dell’organizzazione che ha fatto in modo di creare un evento di nicchia ed elitario per i soli addetti ai lavori, tagliando fuori la massa, quella che legge fumetti. L’incontro con Leo Ortolani, ad esempio, è passato praticamente inosservato

Le pochissime novità presenti e la mancanza di sconti presso gli stand delle case editrici che presentavano anche parecchie vecchie collane a prezzo pieno non invitavano proprio all’acquisto e al collezionismo.

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Emanuela Lupacchino

Ultima cosa, ma non meno importante: il prezzo dei biglietti. 10 euro per un biglietto giornaliero ma le mostre si pagavano in più, e anche gli incontri. Con un biglietto giornaliero praticamente si può accedere solo alla pelanda e non credo che si abbia voglia di passarci più di qualche ora, a meno che non si abbia la possibilità e la voglia di fare avanti e indietro per cercare di beccare gli artisti.

Insomma, ci aspettavamo qualcosa di più e sicuramente più alla portata di tutti.

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14 commenti

  1. “Per le mostre si pagava in più” in che senso?
    Ma siete sicuri di essere stati all’Arf a Testaccio?
    Io ci sono stata e le 4 mostre, gli incontri con gli autori, i laboratori per bambini erano tutti inclusi nel biglietto, altro che solo gli stand.. e lo dico da comune visitatore. Non c’entro niente con gli organizzatori.
    Anzi ho notato una cosa inteligentissima: tutta la parte dell’autoproduzione, quella cioè degli esordienti, era situata prima della biglietteria ed era ad accesso gratuito, cioè chiunque poteva accedervi trovandosi a passare per il Macro senza neanche dover pagare il biglietto. Proprio per favorire le case editrici ed i disegnatori emergenti.
    Per carità ARF non ha bisogno di me come avvocato difensore, ma voi che razza di articoli scrivete?

  2. Sono contento di essere capitato sul vostro sito così evito di farlo una seconda volta.
    Date informazioni sbagliate. Incontri e mostre NON si pagavano a parte.
    Inoltre le metro erano tappezzate, altro che volontà di tenere fuori le masse.
    Se vi sta antipatico un festival o per attirare l’attenzione dovete per forza trovare qualcosa da criticare, fatelo in un modo meno goffo.

  3. Ciao Stefano e Roberta, in qualità di direttore di Daruma mi sento chiamato in causa visto che cercate di denigrare il pezzo scritto da Silvia, che è venuta all’evento di sua spontanea volontà pagando anche il biglietto, attraverso una goffa e poco corretta diffamazione dell’intero sito. Come organizzatori e parte dello staff (di Roberta sono sicuro di Stefano un po’ meno) la prossima volta vi consiglierei di non utilizzare le mail con nome e cognome per difendere i vostri interessi e poi scrivere che non si è parte dello staff. Questo è il primo consiglio che vi posso dare per cercare di difendere anche in modo non corretto il vostro lavoro. Personalmente non conosco il vostro evento, che comunque abbiamo anche supportato e pubblicizzato gratuitamente con una news (che cattivi che siamo) perché abbiamo ritenuto molto interessante il vostro programma. Conosco bene Silvia e non credo che il suo riferimento al pagamento extra per altri eventi sia una sua invenzione. Noto anche che sul vostro sito ufficiale è riportato anche ora che per l’ingresso alla mostra di Hugo Prat, si pagava un extra di 7 euro rispetto al prezzo d’ingresso della manifestazione (http://www.arfestiv.al/2016/biglietti-arf/). Capisco le vostre intenzioni di voler proteggere il vostro lavoro ma cercare di infangare l’operato degli altri e mistificare la realtà, per nascondersi alle critiche, in questo caso anche educate e costruttive, trovo che sia veramente di cattivo gusto. Vi auguro sinceramente ogni tipo di bene e un pronto successo per una prossima edizione magari imparando anche dalle critiche più dure. In bocca al lupo e un abbraccione

    • Fantastico. Esattamente non so per chi mi avete scambiata ma va bene lo stesso.
      Riguardo il consiglio di creare indirizzi mail finti per scrivere commenti sui siti, grazie ma declino l’invito. Non è il mio stile con i social (che uso pochissimo non avendo twitter, instagram, facebook e altro) nè si addice alla mia età.
      Comunque ARF e la mostra di PRATT erano due eventi scollegati tra loro. Doveva far riflettere il fatto che il primo è durato tre giorni e il secondo un mese. Io ho fatto il biglietto combo (arf +pratt 16 euro) (16 e non 10 “con un extra di 8 ” come avete scritto voi) ma sinceramente va bene così 🙂

  4. Ciao “Roberta .e R…” (come da mail), presente con lo stesso nome e cognome anche su facebook e tagata come staff in post con #Arf etc. Credo poco ad eventi come l’omonimia in questi casi. Due eventi scollegati ma comunque congiunti visto che sul sito e sull’immagine tratta dal sito, che trovi allegata all’articolo, si legge chiaramente 18 euro arf+mostra (come segnalato ora anche da te) 😉 Ovviamente non è mia intenzione fare stalking ma visto che come voi difendo il lavoro che porto avanti ogni giorno, mi informo in situazioni in cui si vuole gettare del fango sul sito e suoi miei preziosi e stimati collaboratori.

    Non ti ho mai consigliato di scrivere con mail finte ma di avere l’accortezza di non nascondere la propria identità se poi si usa una mail con tanto di nominativo.

    Credo sia superfluo aggiungere altro 😉

    Come sempre un abbraccio e in bocca al lupo per i prossimi progetti 😀

  5. GOMPLOTTO!!!1!!!1!!!!
    🙂 prendiamo a ridere va…

    se gridare al complotto è il vostro modo di affrontare le critiche di due lettori (per quanto mi riguarda “lettore occasionale”) va bene, ma di certo non potete dare lezioni a nessuno

    • Vero meglio riderci su ^^ Con la riposta a Roberta credo di aver già risposto al meglio al “Gomplotto” 😉 Forza Arf speriamo in una terza edizione ancora migliore 😉

      Un abbraccio

      • Mi riferivo alla facilità con la quale avete gridato al gomplotto. Comunque ridiamo va… sperando che dopo che avete messo in dubbio la mia estraneità ai ragazzi di Arf non venga scambiato per il nipote del direttore del Macro 😉

        • La stessa con la quale hai classificato il nostro sito come non corretto e artefice di dare informazioni sbagliate. Ti ho dimostrato tranquillamente che l’unica colpa di Silvia è stata quella di non essere entrata nello specifico come invece ho fatto io nei commenti. La mostra a pagamento (Hugo Prat) c’era così come gli incontri (Masterclass) Ciao e auguri per il tuo progetto di diventare direttore del Macro 😉

  6. Ottavio Coscarella

    Ragazzi c’ero anche io all’ARF! (ho pubblicato la news il giorno dello “start”, ho scoperto per caso l’evento grazie ad una amica espositrice), credo si stia creando un po’ di polemica gratuita sul nulla. Tralasciando che le mie sono opinioni personali, così come quelle di Silvia (poi sarà lei a ritenere opportuno un intervento in merito o meno) non condivisibili ma che necessitano di rispetto, vediamo un attimo di fare chiarezza.

    A me non interessa in tutta onestà chi siete, se semplici utenti o parte dello staff. Non è questo il punto. Le mostre erano gratuite, tranne una: Hugo Pratt. Mostra non iniziata contestualmente alla tre giorni dell’ARF!, ma su cui lo stesso festival ha ricamato un po’ (hanno dato risalto alla mostra gli organizzatori, non noi). Il costo della mostra era a parte, questa è la realtà oggettiva.

    Secondo appunto: pubblicità. Nel 2016 non potete dirmi “la pubblicità c’era, sulla metro era ovunque”. Ragazzi, viviamo in un’epoca social, dove anche la cosa più cretina viene spinta in maniera quasi ossessiva attraverso Facebook,Twitter,Instagram,etc.. e voi mi dite che la pubblicità c’era? Io la metro non la prendo, e come me tante altre persone. Se non avessi letto un messaggio di un’espositrice, non avrei mai saputo dell’esistenza della seconda edizione. Ed è un peccato, perchè polemiche a parte, ho apprezzato il “format”: uno spazio dove c’era arte, c’erano gli artisti e si poteva interagire con loro in tutta tranquillità. Senza orpelli, senza cosplay invadenti.

    p.s. nessuno vuole dare lezioni, si chiama semplicemente “confronto”. Se vengono mosse accuse gratuite, per una opinione di un utente (pagante), allora decade il concetto stesso di dialogo. Alcune critiche, spesso, servono a migliorarsi.

    • Dopo una ricerca più approfondita sul sito dell’Arf, ho trovato anche un’altro evento a pagamento all’interno dello stesso. Masterclass organizzate all’interno della manifestazioni limitate a pochi utenti paganti, prezzo di 60 euro. Certo all’interno era compreso anche l’ingresso all’evento arf però appunto come dice Silvia si è creata così una’occasione per pochi. Non ci vedo nulla di male nel scrivere e denunciare pacificamente una cosa del genere.

      Link per masterclass: http://www.arfestiv.al/2016/masterclass/

      Ancora un abbraccio e in bocca al lupo per i prossimi eventi

  7. A me Arf è piaciuto.
    E’ vero che non c’erano sconti ufficiali ma poi ogni singolo stand ho visto che si è regolato autonomamente. Per esempio c’erano offerte per l’acquisto di più volumi.
    Dieci euro ben spesi

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