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Io ci sono – Su Rai 1, il 22 Novembre, il film che racconta la storia di Lucia Annibali

Rai 1 accende i riflettori sul femminicidio e sul dramma delle tante donne vittime di violenza con Io ci sono, film tv che racconta la vera storia di Lucia Annibali, interpretata da Cristiana Capotondi, la giovane avvocatessa marchigiana sfregiata in volto dall’acido, in un agguato commissionato dall’uomo che diceva di amarla.

In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, Rai 1 manda in onda, martedì 22 novembre Io ci sono, tv movie tratto dall’omonimo libro di Lucia Annibali e Giusi Fasano “Io ci sono – La mia storia di non amore” , storia vera della giovane ed affascinate avvocatessa Lucia Annibali vittima di un agguato all’acido che l’ha sfregiata sul viso e nell’anima. Era il 16 aprile del 2013 ed erano le 21.30. Lucia Annibali, avvocato di Urbino, all’epoca aveva 35 anni e viveva a Pesaro. Venne aggredita sul pianerottolo di casa da un uomo incappucciato che le gettò addosso dell’acido solforico. Un altro uomo gli faceva da palo. Erano due albanesi. I due uomini erano Altistin Prevcetaj, 31 anni, e Rubin Talaban, 28 anni. Il mandante di questa violenza è Luca Varani, avvocato pesarese di 35 anni ed ex fidanzato. Lei lo aveva abbandonato, lui voleva punirla. La loro era stata una lunga e tormentata storia. Luca le aveva nascosto un dettaglio. Era un uomo sposato ed aspettava un figlio da sua moglie.

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“Un po’ mi ha uccisa, non sono quella che ero prima. Su quel pianerottolo mi sono davvero trovata di fronte alla morte. In quel preciso istante ho scelto di vivere. I primi giorni sono stati complicati. All’inizio gli ustionati sono costretti ad una profonda solitudine. Sono soli con se stessi. Ma avevo fatto la mia scelta e non potevo tornare indietro. Il futuro? Sarà radioso. Voglio che la mia esperienza sia d’aiuto alle donne vittime di violenza, agli ustionati e a chi nella vita deve affrontare momenti difficili. Il dolore può tradursi in capacità di amare”. Sorride speranzosa Lucia Annibali mostrando un coraggio ed una forza che l’hanno resa un simbolo femminile di tenacia rispondendo con la vita alla violenza subita e trasformando il dolore in sete di giustizia. E’ anche tutto questo Io ci sono, il film tv prodotto da Rai Fiction e Bibi Film Tv, scritto da Monica Zapelli e Luciano Manuzzi che ne cura anche la regia.

A dare il volto, la voce e l’anima a Lucia ma anche a tutte quelle donne stuprate, sfregiate, picchiate, storpiate, bruciate, uccise, seppellite, terrorizzate, violentate dentro, annientate moralmente, che quotidianamente riempiono di inchiostro le pagine della nostra cronaca è Cristiana Capotondi che piena di orgoglio ammette: “Il senso della storia è il desiderio di formare soprattutto i giovani uomini, credo che tutte le donne di oggi abbiano la grossa responsabilità di prendere per mano gli uomini e aiutarli a capire questo femminile così diverso da quello che i maschi, anche i quarantenni, hanno conosciuto in famiglia. Lucia per me è un’eroina, ha sfidato il dolore in maniera costantemente ironica e autoironica, ha una leggerezza che spesso in persone che hanno vissuto eventi tragici non si trova. Il suo viso ha ritrovato il sorriso. Per me è stato difficile, ma è stata un’esperienza unica dal punto di vista esistenziale.”

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Il viso sfregiato di Lucia Annibali – che ora collabora con il Ministro delle Pari Opportunità Maria Elena Boschi con focus specifico sulla violenza sessuale e di genere – è il simbolo della vittoria. La storia di Lucia fa rumore. La sua voce è la voce di tutte le donne. Io ci sono, dunque, afferma la propria esistenza contro qualsiasi forma di violenza, un messaggio di speranza per tutti, la dimostrazione che dalle catene di un “amore malato” ci si può liberare.

About Federica Rizzo

Campana doc, si laurea in Scienze delle Comunicazioni all'Università degli Studi di Salerno. Web & Social Media Marketer, appassionata di cinema, serie tv e tv, entra a far parte della famiglia DarumaView l'anno scorso e ancora resiste. Internauta curiosa e disperata, giocatrice di Pallavolo in pensione, spera sempre di fare con passione ciò che ama e di amare follemente ciò che fa.

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