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The Beatles: Eight Days a Week – Recensione – Un Film di Rom Howard

“The Beatles: Eight Dyas a Week”, il  documentario autorizzato sulla band inglese diretto da Ron Howard al cinema dal 15 al 21 Settembre 2016

Con Eight Days a Week, ripercorriamo gli anni dei tour, che vanno dal 1962 al 1966, che hanno portato i Beatles ai vertici delle classifiche e della popolarità, esaminando il fenomeno che si è venuto a creare in seguito alla loro fama mondiale. Dal Cavern Club agli stadi di tutti il mondo, i Beatles hanno suonato sui palchi più importanti del globo e Ron Howard ce lo racconta in un documentario arricchito da interviste ai quattro membri e da esclusivi filmati restaurati.

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Le vicende dei Beatles sono note ai più, così come lo sono tutte le tappe della loro breve ma intensa carriera. “The Beatles: Eight Dyas a Week” si propone di portare ordine nelle conoscenze sparse del grande pubblico, soprattutto quello più giovane, riportando gli eventi con chiarezza e seguendo un percorso coerente che mira a spiegare dinamiche fino ad oggi poco note. Argomento principe è quello della Beatlemania, un fenomeno che viene sviscerato ed esaminato sotto vari punti di vista, con filmati impressionanti che ci permettono di empatizzare sia con la band che con le masse urlanti che la seguivano compulsivamente.

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Ron Howard porta anche in questo genere il suo stile pulito e invisibile, lasciando ai protagonisti la parola ed evitando l’uso di un narratore esterno, mossa che si rivela assolutamente efficace. Il film scorre alla perfezione, incastrando interviste, testimonianze e filmati restaurati che portano al grande pubblico un assaggio di quello che sono stati i concerti del celebre gruppo. Attraverso le parole dei membri dei Beatles, riesce a redimere la band dagli scandali che si sono accumulati negli anni, giustificando e spiegando gli eventi con un occhio affettuoso ma lucido.

Sebbene i pregi di chiarezza e semplicità facciano di “The Beatles: Eight Days a Week” un film tecnicamente perfetto, sono anche il suo limite. Non andando oltre agli anni più tranquilli e meno sperimentali che hanno segnato la carriera della band, la narrazione tende ad essere quasi monotona. La fine degli anni sessanta, con le novità portate dal cambiamento della cultura e della musica sono volutamente lasciati da parte, tagliando una parte importante, ma sopratutto interessante, della vita dei quattro leggendari componenti del gruppo.

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“The Beatles: Eight Days a week” non cerca rivelazioni inaspettate o vicende scandalistiche: molto di quello raccontato si trova tranquillamente nelle più basilari biografie sui Beatles o semplicemente si sa per sentito dire. Poco di quello raccontato risulta nuovo o inaspettato, l’intento del documentario è evidentemente quello di divulgare ad un pubblico nuovo una storia che interessa sempre, in un omaggio discreto ed educato alla band inglese.

Regia: Ron Howard Con: Paul McCartney, Ringo Starr, John Lennon, George Harrison Anno: 2016 Durata: 99 min. Paese: Stati Uniti Distribuzione: Lucky Red
"The Beatles: Eight Dyas a Week", il  documentario autorizzato sulla band inglese diretto da Ron Howard al cinema dal 15 al 21 Settembre 2016 Con Eight Days a Week, ripercorriamo gli anni dei tour, che vanno dal 1962 al 1966, che hanno portato i Beatles ai vertici delle classifiche e della popolarità, esaminando il fenomeno che si è venuto a creare in seguito alla loro fama mondiale. Dal Cavern Club agli stadi di tutti il mondo, i Beatles hanno suonato sui palchi più importanti del globo e Ron Howard ce lo racconta in un documentario arricchito da interviste ai quattro…
Commento Finale - 75%

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Ron Howard dirige elegantemente un film piacevole e tecnicamente perfetto, utilizzando interviste e filmati esclusivi restaurati dei più famosi concerti dei Beatles. In un viaggio che in qualche modo giustifica e redime la band dalle accuse che hanno comportato la fine dei loro tour, il regista porta al pubblico un documento importante, riproponendo alle nuove generazione il quartetto inglese più famoso di sempre.

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About Alice De Falco

Innanzitutto è fondamentale dire che prova molto imbarazzo nel descriversi in terza persona, ma cosa non si fa per la gloria. Al mondo da fine 1996, fa le scuole (come tutti) e poi le finisce (come quasi tutti), dicendo addio al liceo scientifico e ciao al magico mondo del cinema. Da grande vuole fare la regista, avere un sacco di soldi e possibilmente sposare Wes Anderson anche se è un po’ brutto.

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