“Il Traditore Tipo” quando la mafia resta un ‘affare di famiglia
Una giovane coppia britannica, Perry (Ewan McGregor) e Gail (Naomie Harris), durante una vacanza a Marrakech viene avvicinata da un carismatico uomo d’affari russo, Dima (Stellan Skarsgård), appartenente alla mafia. Questo incontro darà vita ad una serie di scelte difficili e pericolose che porteranno Perry e Gail in giro per l’Europa.
Adattamento cinematografico del romanzo di John le Carré, “Il nostro traditore tipo” edito in Italia da Mondadori, il film presenta una trama apparentemente intricata ma che alla fine si rivela fin troppo lineare per un thriller. Manca un intreccio vero e proprio, non c’è mistero. La regista, Susanna White, presenta un lavoro tecnico interessante che annulla la profondità di campo in favore di una focalizzazione più marcata di personaggi e dettagli. Il suo occhio si concentra sugli attori, sulle loro espressioni e nei loro gesti, attraverso i quali crea costantemente un clima di tensione. Il problema è che questa suspense non sfocia in nulla, lo spettatore è agitato ma senza capire il perché con il rischio, molto alto, di perdere interesse per una vicenda che si rivela fallace.
Un’opera completamente sostenuta dai suoi personaggi, sempre in bilico tra il bene e il male, che sono caratterizzati fin troppo bene. Molte delle scene del film sono inutili ai fini della narrazione, create appositamente per dare tridimensionalità ai protagonisti, per affermare le loro peculiarità. Ogni situazione è buona per ricordare i tratti distintivi di personaggi che si rivelano spesso meno interessanti di quanto ci si aspetti. Le interpretazioni monotone di certo non aiutano, quella di Ewan McGregor è una vera delusione. Borioso e inutile, in balia degli eventi, si lascia completamente trasportare senza dare un minimo di espressività. Stellan Skarsgård, dall’altro canto, offre una performance energica e interessante.
“Il traditore tipo” è una pellicola con del potenziale inespresso. Ci sono scelte interessanti ma il tutto è annullato da una narrazione piatta e banale. Non lascia nulla agli spettatori che dopo i primi momenti di tensione si trovano ad assistere ad un susseguirsi di eventi inevitabili e prevedibili. A parte qualche colpo di scena, che cattura brevemente l’attenzione, non si può definire un buon thriller, sprovvisto di qualsiasi elemento che crei autentico interesse o stato di reale tensione.
Commento Finale - 54%
54%
Un thriller troppo semplice, lento e senza elementi particolari. Dalle interpretazioni pigre, ai momenti di vuoto, la regista non azzecca il ritmo di quella che è una storia già di suo poco avvincente. Non c'è mistero né avventura, solo un susseguirsi di scene fini a se stesse, non omogenee, che non raccontano nulla.