L’universo creato dalla penna di Lewis Carroll torna al cinema con Alice attraverso lo specchio
Alice torna al cinema con il seguito del tanto atteso e bistrattato “Alice in Wonderland” di Tim Burton, un film denigrato, forse oltre misura, tuttavia tanto splendido nella confezione quanto insipido e poco ispirato nei contenuti (vi prego eliminate dalle prossime edizioni home video il ballo della deliranza, mi fa troppo male). Basato ancora una volta su di un libro di Lewis Carroll, per l’esattezza dal romanzo “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”, questo nuovo adattamento cinematografico dell’universo delle meraviglie vede la dipartita dietro la macchina da presa del geniale Burton, presente come produttore, in favore dell’inglese James Bobin, già autore con profitto in casa Disney della regia di “I Muppet” (2011) e “Muppets 2 – Ricercati” (2014).
Alice Kingsleigh (Mia Wasikowska) è ormai cresciuta e ha trascorso gli ultimi anni seguendo le orme paterne al comando della nave di famiglia. Al suo ritorno a Londra viene purtroppo accolta da sconvolgenti debiti familiari, e in crisi per le difficili decisioni da prendere, scopre uno specchio magico con il quale fa ritorno nel fantastico regno di Sottomondo. Anche in questo caso tuttavia la felicità di riabbracciare i vecchi e cari amici dura poco. Il Cappellaio Matto (Johnny Depp) ha smarrito la sua “moltezza”, si è ammalato e rischia di morire. Solo Alice attraverso un viaggio nel tempo, che le farà incontrare molti dei suoi amici e nemici, può salvarlo.
“Alice attraverso lo specchio” è il secondo tentativo per la casa dalle grandi orecchie, di rivitalizzare un grande classico della letteratura, e della propria cinematografia, attraverso una rilettura gotica (ma sarebbe meglio dire in questo caso cyberpunk) della storia. L’errore di mortificare ancora una volta Alice e l’universo delle meraviglie era dietro l’angolo. Tuttavia fortunatamente per gli spettatori, questa volta si è deciso di non calcare troppo la mano sulle stravaganze (soprattutto lessicali e comportamentali) dei protagonisti, attraverso una sceneggiatura ancorata il più possibile alla linea narrativa.
Il risultato è un film assolutamente godibile, lontano dal romanzo, confezionato ancora una volta con un aspetto visivo incantevole. Pensare ad una possibile riuscita della pellicola dopo il fallimentare primo capitolo, sembrava impossibile. Ovviamente non ci troviamo al cospetto di un capolavoro tuttavia Disney, ha reso possibile l’irrealizzabile utilizzando l’espediente dei viaggi del tempo e apprezzabili interpretazioni. Assolutamente da non perdere la performance di un perfetto Sacha Baron Cohen, nei panni del signore del Tempo. Una prova quasi insolita per il sarcastico, e sboccato, attore britannico. Di discreta fattura, ma non indispensabile, la visione in tre dimensioni.
“Alice attraverso lo specchio” si segnala come un sufficiente e riuscito seguito della storia, per lunghi tratti migliore del suo predecessore. Opera capace di far sognare pur con tutti i suoi limiti ed assolutamente consigliata agli spettatori più giovani, ai quali è dedicata. Se anche gli incassi sorrideranno, visto il box office del predecessore non ne dubitiamo, Disney avrà vinto ancora una volta la sua scommessa.
Commento Finale - 64%
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Visivamente sognante
Alice torna al cinema con il seguito del tanto atteso e bistrattato “Alice in Wonderland” di Tim Burton. Opera con il pregio di non mortificare oltre l'universo di "Wonderland" attraverso una sceneggiatura ancorata il più possibile alla linea narrativa e priva di molte delle stravagante del suo predecessore. Visivamente splendido, si segnala come un sufficiente e riuscito seguito. Disney ha reso possibile ciò che sembrava impossibile, realizzare finalmente un film godibile.
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Ciao grazie per la segnalazione e il passaggio 😉