Dopo il successo di Stai lontana da me, Alessio Maria Federici torna a dirigere Enrico Brignano in Tutte lo vogliono, commedia giocata tutta sugli equivoci e sul doppio senso a partire dal titolo stesso che allude all’orgasmo che quasi una donna su due finge di raggiungere al termine di un amplesso.
E’ lo stesso regista a raccontare di come sia nata l’idea di un film che parlasse appunto di orgasmo “L’idea di Tutte lo vogliono è partita da tre sceneggiatrici che mi hanno portato questa storia, attraverso la produttrice Federica Lucisano, ed è una storia molto al femminile che parla di un tema di cui solitamente non si parla. L’idea iniziale è stata poi rivisitata da me ed è nato questo film che è una commedia leggera che, alla fine, racconta di come se uno è se stesso e si lascia andare può vivere meglio qualsiasi ambito, anche quello sessuale.”
Chiara la protagonista del film, interpretata da una credibilissima Vanessa Incontrada, è una food designer, cioè prepara cibo bello da guardare, una donna agiata che sembra avere tutto dalla vita. Le manca, però, il piacere sessuale, essendo anorgasmica. Una frigida a 360°, tanto da gettarsi tra le braccia di un presunto ‘benefattore del sesso’, in modo da raggiungere quell’apice sessuale che in tanti anni non ha mai sfiorato. Peccato che l’uomo in questione non sia quello giusto. Chiara incontra Orazio, un Enrico Brignano abbastanza contenuto rispetto ai suoi standard, uno sciampista per cani che lavora per un maghrebino appassionato di soap opera. La sua ultima relazione risale a quattro anni prima e da allora preferisce la compagnia degli animali a quella delle donne.
Tutte lo vogliono, ponendo l’attenzione sul sesso dal punto di vista femminile ed evitando di cadere nel clichè della donna-oggetto, procede particolarmente spedito tra gag divertenti e scontate svolte. Federici dipinge uno spaccato sessuale reale ma con venature fiabesche e sentimentali, regalandoci una protagonista buffa, timida che dinanzi alla bellezza di Berruti, preferisce la “normalità” di Brignano, duro fuori ma tenerone dentro.