Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival e riproposto successivamente al Festival Internazionale del Film di Roma 2014, il nuovo film di Christian Petzold, Il segreto del suo volto, a due anni dal meraviglioso “La Scelta di Barbara” continua a trattare con assoluta sensibilità il tema dell’identità tedesca nel dopoguerra. Squadra che vince non si cambia ed è per questo che anche per “Il segreto del suo volto” il regista teutonico si avvale allora come oggi della bellezza e capacità di Nina Hoss, convincente in un ruolo toccante ricco di mille sfaccettature come quello di Nelly Lenz.
Nelly è una donna sfuggita agli orrori dell’Olocausto nazista con il volto sfigurato e l’anima in pezzi. Il suo unico desiderio è quello di tornare ad essere come prima nel volto ma soprattutto nell’anima. Crede visceralmente nel suo bisogno d’amore nel ricordo di quello che era la sua vita con suo marito Johnny del quale non vuole accettare l’indifferenza. Un percorso di resurrezione e rinascita onesto e vibrante.
Pellicola tra il drammatico e il noir “Il segreto del suo volto” è una chiara inchiesta sull’impassibile coscienza tedesca sugli orrori dell’Olocausto alla fine del conflitto mondiale. Nessuno voleva realmente sapere che cosa fosse successo perché erano tutti consapevoli delle proprie responsabilità per aver permesso un’infinita sequenza di crimini.
Un’opera che ricorda per lunghi tratti uno dei capolavori di Alfred Hitchcock, “Vertigo – La donna che visse due volte”, così a cavallo delle ambiguità coniugali, imperfetto nella sua messa in scena, qualche sbavatura all’interno della scrittura, ma così reale nell’essere e nel rappresentare una donna come simbolo di una nazione che deve guardare agli orrori ed errori commessi per ricostruire e ripartire.