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Il regno d'inverno - Winter Sleep (DVD) - 02

Il regno d’inverno – Winter Sleep – Recensione del DVD

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Disponibile grazie alla collaborazione di Lucky Red (produttore) e CG Entertainment (distributore) Il Regno d’inverno – Winter Sleep arriva in DVD sul mercato nazionale dopo il trionfo ottenuto al Festival di Cannes 2014 dove si è aggiudicato la Palma d’Oro come miglior film. Nonostante l’inadeguatezza di un formato in bassa definizione il quadro si presenta solido e di discreta fattura anche nelle scene più scure che mostrano solo un lieve rumore video. L’ingombrante durata dell’opera, oltre 189 minuti,  non ha complicato troppo la vita alla compressione che è stata gestita molto bene limitando le seghettature evidenti solo nelle panoramiche dovute però anche al tipo di girato.

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Audio

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Per il versante audio troviamo a disposizione due tracce in formato 5.1 Dolby Digital sia per il doppiaggio italiano che per la lingua originale (turco). Il risultato è sempre apprezzabile grazie anche alla struttura narrativa di un film privo di effetti speciali e musiche ma ricco di dialoghi.

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Contenuti Extra

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Il reparto dei contenuti speciali si limita al solo trailer.

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Il Regno d’Inverno – Winter Sleep – Il Film

Vincitore della Palma d’oro 2014 “Winter spleep” nasce da un’idea di Nuri Bilge Ceylan che ha avuto una gestazione di ben 15 anni. Il regista turco, già vincitore a Cannes con le pellicole “Uzak” “Il piacere e l’amore” e “Le tre scimmie”, sceglie per la sua ultima fatica le incredibili bellezze della Cappadocia per consentirci di inoltrarci in un articolato sviluppo narrativo  fortemente debitore alle tematiche caratteristiche della letteratura di Čechov oltre che citare esplicitamente in una delle scene centrali “L’idiota” di Dostoevskij.

Aydin, interpretato dalla star turca Haluk Biliginer, è un uomo di mezza età che dopo una carriera non pienamente riuscita di attore teatrale si è ritirato nel suggestivo albergo che gestisce in un angolo isolato ma assolutamente affascinante del cuore dell’Anatolia. Pur nel suo dorato isolamento, in cui gestisce i numerosi beni ricevuti in eredità dal padre e coltiva le sue velleità intellettuali, non potrà esimersi dal confrontarsi con i limiti e le ipocrisie della sua vita. Sia la bella e giovane moglie, fortemente insoddisfatta della sua vita personale e matrimoniale, che la sorella, la quale sembra aver accumulato da sempre solo noia e amarezze, scardinano lentamente le certezze ed il presunto senso di superiorità su cui è costruita l’esistenza di Aydin.

Per descrivere questo lento percorso di decostruzione dell’identità Ceylan non lesina certo il tempo a sua disposizione, proponendoci una narrazione di ben 194 minuti. Da un lato questa scelta è decisamente coerente con i tempi dilatati della vita nella steppa che forniscono quindi anche ampio respiro alla presa di coscienza di un protagonista che avviene attraverso il confronto dialettico, ampio ed aspro, con le protagoniste femminili della pellicola e con coloro che suo malgrado è costretto ad incontrare nonostante cerchi l’isolamento in tutti i modi; tuttavia l’oggettiva lunghezza del film, la sua complessa articolazione e la prolissità dei dialoghi potrebbero minare l’attenzione degli spettatori meno avvezzi al cinema introspettivo.

Le intense interpretazioni, la finezza della scrittura e l’incredibile bellezza del paesaggio ne fanno comunque un imperdibile scelta per gli amanti del cinema autoriale che avranno inoltre la possibilità di avere uno scorcio su di una realtà sociale rurale a due passi dalla nostra seppur profondamente diversa nonostante l’universalità dei temi trattati. Non per tutti.

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