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Gemma di Maggio di Giuliano Giacomelli e Lorenzo Giovenga – Recensione Film

Gemma di Maggio è un corto di Giuliano Giacomelli e Lorenzo Giovenga che racconta la storia di una pagina tragica della liberazione italiana alla fine della seconda guerra mondiale: le marocchinate. Sebbene questo tema sia già trattato in altre pellicole e opere letterarie -esempio più celebre è “La Ciociara”, prima romanzo di Moravia, poi trasposizione cinematografica di De Sica- si tratta comunque di un fatto minore, spesso non raccontato nelle pagine della nostra storia, che due giovani registi decidono di riportare alla memoria. 

L’approccio con il quale affrontano questo tema è delicato, mai pesante, come invece potrebbe accadere trattando di argomenti tanto macabri quanto raccapriccianti. I giovani autori riescono quindi a creare una storia avvincente, trasportata sullo schermo sotto forma di incalzanti scene d’azione. La trama, per essere un cortometraggio di soli diciassette minuti, è molto ricca e carica di avvenimenti. 

Le prime scene sono coinvolgenti, gli attori si dimostrano particolarmente bravi ed entriamo subito in contatto con la loro travagliata vicenda. Con l’avanzare della trama e il conseguente avvicinamento al picco narrativo, le riprese si fanno più movimentate e a tratti, unite ad un’intensa colonna sonora, risultano barocche, quasi ridondanti. Le scene più crude tuttavia sono trattate con molta delicatezza e non scadono nel macabro. L’ultimo atto è invece quello più debole, il racconto si fa confuso e nonostante l’interpretazione di Franco Nero sia molto coinvolgente, non mantiene la solidità instaurata nei primi momenti. 

I personaggi sono ben costruiti, gli attori particolarmente bravi e forniscono interpretazioni interessanti. Eccellono specialmente la fotografia e la caratterizzazione degli ambienti, i quali, soprattutto nelle prime inquadrature, conferiscono all’intero corto quell’atmosfera rurale e inquietante che lo contraddistingue. In fin dei conti è un buon cortometraggio, curato e interessante, sicuramente con del potenziale. L’evoluzione a film non sarebbe da escludere, la trama c’è e i numerosi eventi potrebbero essere approfonditi in un contesto più ampio. Gli spunti non mancherebbero e si parlerebbe di un tema che ha necessità di essere riportato alla memoria.

About Alice De Falco

Innanzitutto è fondamentale dire che prova molto imbarazzo nel descriversi in terza persona, ma cosa non si fa per la gloria. Al mondo da fine 1996, fa le scuole (come tutti) e poi le finisce (come quasi tutti), dicendo addio al liceo scientifico e ciao al magico mondo del cinema. Da grande vuole fare la regista, avere un sacco di soldi e possibilmente sposare Wes Anderson anche se è un po’ brutto.

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