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Il figlio di Saul di László Nemes - 01

Il figlio di Saul di László Nemes – Recensione Film

Il figlio di Saul” è il film esordio di László Nemes, presentato a Cannes nella selezione ufficiale e interpretato da un misterioso Géza Röhrig. La vicenda segue quest’uomo, prigioniero ad Auschwitz, che tenta di dare una degna sepoltura a quello che pare essere suo figlio. Il film duro e impegnativo nella sua struttura, assolutamente non per tutti gli spettatori. 

Il figlio di Saul” presenta sicuramente una grande forza narrativa, la trama è sviluppata in maniera originale e il più possibile vicina alla realtà. Auschwitz è portato sullo schermo senza vie di mezzo, nella sua confusione e totale dispersione. Seguendo il protagonista, affrontiamo i suoi stessi problemi, dall’incomprensione al sacrificio di qualsiasi vita umana incontrata nel viaggio. E’ descritta perfettamente la furia frenetica di quella che era una vera e propria catena di montaggio, ricreandone la sensazione di claustrofobia angosciante. Il regista non solo ci porta in una realtà così lontana ma offre anche mille spunti metaforici sui quali riflettere.

Purtroppo non è facile cogliere tutti questi aspetti profondi del film, e non è di certo colpa del pubblico. “Il figlio di Saul” ha un atteggiamento ermetico. Chiuso nella sua brutalità, nell’assenza di forma concreta o di una trama convenzionalmente sopportabile, allontanerà sicuramente lo spettatore meno “intellettualoide”. Osservare  il protagonista camminare per circa due ore in un campo di sterminio può portare anche alla noia. Saul non combatte per la propria vita, ed è forse questo che ci allontana da lui. Non sentiamo veramente la sua ricerca, ci mancano le motivazioni, quindi, come è giusto che sia, ad pubblico ignorante e superficiale, il film può non piacere.

Il compito di una ottima pellicola è quello di avvicinarsi a tutti, il cinema è un linguaggio estremamente universale, che può essere reso molto semplice dalla bravura del regista. L’approccio con cui è trattato il tema è molto interessante, ma non accessibile. Forse avrebbe funzionato meglio come cortometraggio.

Intervista al protagonista Géza Röhrig

About Alice De Falco

Innanzitutto è fondamentale dire che prova molto imbarazzo nel descriversi in terza persona, ma cosa non si fa per la gloria. Al mondo da fine 1996, fa le scuole (come tutti) e poi le finisce (come quasi tutti), dicendo addio al liceo scientifico e ciao al magico mondo del cinema. Da grande vuole fare la regista, avere un sacco di soldi e possibilmente sposare Wes Anderson anche se è un po’ brutto.

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