Un originale tributo all’artista Sergej Eisenstein , ripercorso in un momento di scoperta del regista. Il film è un continuo ripetersi di citazioni e situazioni successe nella vita reale del protagonista,
con lo scopo di coinvolgere lo spettatore nel contesto storico dell’epoca attraverso immagini che ci mostrano un forte parallelo tra Eisenstein e riferimenti storici dell’epoca. L’opera ci mostra il regista sovietico come una persona esuberante e in un certo senso bambinesca , un immagine coperta dalla maschera di un’autore cinematografico sempre ossessionato dalla politica e dal patriottismo. L’ossessione di Eisenstein per la rivoluzione però è sempre marcata come il suo senso di patria.
Un’analisi sulla vita intesa come un connubio di Eros e Tanatos , un concetto che in Messico , dove è ambientata la pellicola, è molto forte. L’aspetto del contesto geografico è molto importante e serve a confrontare due realtà completamente diverse di un paese oramai occidentalizzato come la Russia; una nazione che ha riadattato le proprie origini ad un contesto più moderno. Altro aspetto molto importante sono i colori utilizzati così come il croma della fotografia, che determinano gli umori di Eisenstein per l’intera durata della pellicola attraverso disequilibri di saturazione e di contrasti che in alcuni casi risaltano i dettagli e altri invece cercano di nasconderli.
In sintesi Peter Greenaway regala allo spettatore l’ennesimo gioco di specchi capace di infondere cultura e anche un ottimo passatempo.