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Macbeth di Justin Kurzel – Recensione Film

Protagonista del più conosciuto ed essenziale lavoro di William Shakespeare, Macbeth, il generale dell’esercito di Duncan, torna a vivere sul grande schermo cinematografico grazie allo sguardo visionario di Justin Kurzel che decide di riprende alla lettera il testo classico dell’opera ma gli costruisce attorno un mondo nuovo, imponente.

Ambientato durante il basso medioevo, il dramma è ormai un archetipo della brama di potere e della sua pericolosità. La storia di un Re talmente avido da mettere da parte i valori fondamentali della vita e perdere tutto. La moglie, il figlio, la lucidità mentale. Ogni cosa è sacrificata solo per poter indossare una pesante corona sul capo. Un contesto antico che nasconde temi e sfumature vivi ancora oggi, tra cui il tema della magia che irrompe nel reale attraverso un gioco di luci e colori, e, non meno importante, il senso del destino, inteso come condanna, che permea la parabola dello scozzese. Un destino che non si esaurisce con la morte di Macbeth, ma si estende oltre i confini del film con una chiusa che guarda al futuro (comunque a un futuro di sangue).

Forte e potente dal punto di vista visivo, dominato dal colore rosso a voler enfatizzare i sentimenti negativi ed infernali dei protagonisti mossi solo dall’avidià e dall’egoismo, questo “nuovo” Macbeth ha come punto di forza soprattutto il fascino visivo e la bellezza della messinscena. Kurzel fa un ottimo lavoro nel trovare le location giuste, entrando dentro cattedrali e puntando l’obiettivo sulle meravigliose montagne delle Highlands; quello che non fa è coinvolgere lo spettatore al massimo delle possibilità. Gli interessa di più l’esteticità dell’opera, giocando con i colori e la saturazione, la velocità dei frames e le nebbie fitte.

Destinato a spettatori dotati di una certa cultura e sensibilità, Macbeth appare sin dalle sue prime battute, un prodotto di nicchia e dall’effetto gelido. Allo spettatore medio poco importa di tutte le dinamiche della tragedia. A quel punto ci mettiamo alla ricerca dello spettacolo, sperando almeno in una dose di sangue e fango che arrivano in un “terzo atto” tanto estenuante quanto visivamente esagerato. Uno scontro finale in cui vediamo Macbeth e Macduff avvolti dalle fiamme come se fossero all’inferno. Un’immagine potente che arriva troppo tardi in questo adattamento poco memorabile.

About Federica Rizzo

Campana doc, si laurea in Scienze delle Comunicazioni all'Università degli Studi di Salerno. Web & Social Media Marketer, appassionata di cinema, serie tv e tv, entra a far parte della famiglia DarumaView l'anno scorso e ancora resiste. Internauta curiosa e disperata, giocatrice di Pallavolo in pensione, spera sempre di fare con passione ciò che ama e di amare follemente ciò che fa.

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