Loro chi? di Francesco Miccichè e Fabio Bonifacci, è una commedia che emerge dalla massa di questo genere e si distingue per la sua articolazione più complessa e ricca. Non si tratta infatti di commedia pura, ma di un film di truffa in primo piano, sicuramente molto divertente e assolutamente non drammatico. Un po’ sulla scia di Ocean’s Eleven se vogliamo, con qualche accenno di Prendi i Soldi e Scappa e un pizzico di Smetto Quando Voglio.
Si presenta dall’inizio in modo convincente per esplodere poi più in là nella trama. Emerge dalla scena nella quale suona il gruppo del personaggio di Giallini, Marcello. Esteticamente d’impatto e che, volendo, ci offre una ottima chiave di lettura di tutto il film. Il pubblico indossa le maschere raffiguranti questo personaggio (così come nella locandina del film stessa), entusiasta finalmente di sentir suonare questo misterioso e raro gruppo. Vengono portati lontani dalla realtà realizzando il loro sogno. E’ questo poi lo scopo del truffatore, così come ci viene spiegato chiaramente: avverare i sogni della gente. Sempre andando avanti nella vicenda scopriamo che non solo le vittime sono contente di essere truffate ma che in qualche modo aspirano un po’ al carisma di Marcello, ambiscono ad essere come lui: da qui lo stratagemma delle maschere nella scena sopracitata.
La parte centrale del film, ambientata a Trani, è esilarante, il vero motore comico della storia. Un crescendo di risate che non stanca mai, battute veloci, brillanti e mai scontate. Gli attori, Edoardo Leo e Marco Giallini sono una coppia perfetta, funzionano sia nelle scene drammatiche sia nei momenti più leggeri. La storia messa sulle loro spalle è credibile e portata avanti con consapevolezza e maestria. Non altrettanto meritevoli le due ragazze, Catrinel Marlon e Lisa Bor. I “loro” personaggi sono piatti e insignificanti, non ci dicono nulla. Per quanto avvenenti e affascinanti non stupiscono, anzi, alla lunga finiscono con l’infastidire.
Un altro punto debole è la parte finale, in particolare le ultime due truffe. Quello che dovrebbe essere il momento catartico del film, l’inganno organizzato finalmente da David , appare debole e un po’ confuso. La truffa in se non sembra così importante, le motivazioni sono carenti, così come la via di fuga e l’azione in generale. Il suo problema è principalmente che non regge il confronto con gli intrecci precedenti. Il finale invece ci lascia un po’ spiazzati, non è spiegato chiaramente, sarebbe ad interpretazione dello spettatore, il quale però non ha tempo per realizzare e finisce per confondersi.
In sostanza è un buon film, divertente e dal giusto grado di intrattenimento. Parla di truffe e truffa lo spettatore, perché cos’è il cinema se non una grande, ben allestita e costosissima truffa?