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Video
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Molto buono il versante Video di Perez. che si avvale oltre che dell’ottima regia di Edoardo De Angelis anche della splendida fotografia di Ferran Paredes. Il DVD edito da Medusa Film e distribuito da Warner Bros offre le giuste atmosfere Noir di una Napoli inedita, immersa nel palcoscenico futuristico del Centro Direzionale di Napoli. Peccato per l’assenza della versione in alta definizione poiché nonostante l’ottimo utilizzo della compressione sono visibili spesso sullo schermo i limiti di un formato ormai datato come il DVD.
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Audio
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Sul versante audio Perez. ci offre la possibilità di essere ascoltato con una 5.1 Dolby Digital di apprezzabile livello nonostante i volumi fatichino un po’ ad emergere su impianti meno preformati. Questo perché la separazioni dei canali è molto curata ed è difficile apprezzare tutto il lavoro senza il giusto impianto. Splendida la colonna sonora del film.
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Contenuti Extra
Contenuti Extra
Per i contenuti speciali abbiamo solo la possibilità di apprezzare un interessante Backstage dell’apprezzabile durata di 22 minuti, con interventi del regista, del cast e di tutta la troupe del film. Conclude il cerchio il canonico trailer sul film.
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Perez. – Il Film
Perez è un film che non sembrerebbe italiano. E’ un thriller che non utilizza macchiette modello serie tv criminali e non mitizza guappi e paraculi. Perez è un legal thriller, di quelli che questo paese ha frequentato poco e parecchio tempo fa, non è una cartolina da una città da rivalutare o condannare. E’ una storia di crimine, di fallimenti e di redenzione.
Demetrio Perez è un avvocato che difende quei personaggi che nemmeno gli avvocati d’ufficio vogliono più accollarsi. Un matrimonio fallito, un amico del cuore e collega più fallito di lui ed una figlia un po’ vivace ed attratta dal tipo ‘bel tenebroso di criminale famiglia’. Quando Perez si trova a difendere un killer della camorra che sembrerebbe volersi pentire, la sua vita si troverà ad un bivio e le sue scelte saranno decisive nel togliere e restituire la vita, in primis a sé stesso ed ai propri cari.
Secondo lungometraggio del giovane e promettente Edoardo De Angelis, è ben interpretato da uno stanco Luca Zingaretti, capace di animare i due volti di un personaggio remissivo a causa delle sconfitte che la vita gli ha regalato e deciso quando si tratta di andare fino in fondo nella difesa dei suoi affetti. Un personaggio borghese ed apparentemente privo d’una forte moralità, un ignavo attratto dalle persone oneste che saprà rimettersi in gioco e cambiare anche psicologicamente in corso d’opera. In questo caso Zingaretti esce dal ruolo di caratterista o divo televisivo e ci regala un’interpretazione intensa e lontana dai suoi consueti schemi, mentre un pur bravissimo Marco D’Amore proprio non riesce a scrollarsi di dosso l’immagine del camorrista in celluloide. Pieno di dubbi, ma ambiguo, con la sua faccia d’angelo attraversata ora da amore, ora da paura, spesso da un’istintiva e stupida consapevolezza delle proprie origini criminali che proprio non vogliono andarsene via. Simona Tabasco è la figlia di Perez, Thea, un po’ fatalona ed un po’ bambinona ingenua e viziata, vero deus ex machina che indicherà le strade da percorrere ai protagonisti del film. Giampaolo Fabrizio è un onesto comprimario, mentre Massimiliano Gallo è una maschera di pietra e sale nei panni del killer pentito Luca Buglione, un vero figlio di buona donna che, tutto sommato, riesce a mantenere un’etica coerente da inizio a fine film, pur continuando a terrorizzare Perez e gli spettatori.
La fotografia, dominata dal grigio, disegna una Napoli plumbea, che a tratti ricorda la Milano dei tantissimi poliziotteschi anni ’70, e che rispecchia le miserie interiori e la dissoluta spietatezza dei personaggi che l’attraversano. Non è una cartolina, limite che spesso ha caratterizzato il cinema del bel paese degli ultimi anni, la città partenopea potrebbe benissimo esser sostituita da San Francisco, Tokyo, Roma o Berlino. Non è lei la protagonista, ma è una compagna di vita per Demetrio Perez ed il circo che lo accompagna. La regia è tecnicamente di altissimo profilo: piani sequenza, soggettive e semi-soggettive la fanno da padrone e ci regalano un ritmo ed una tensione che da molto tempo non ammiravo da queste parti.
Pochi fronzoli, molta sostanza, buon pathos. Da non perdere se amate legal thriller, cinema di genere e non riuscite a fare a meno di Montalb…Zingaretti in ogni sua incarnazione.