Il regista Ken Loach (La parte degli angeli – 2012) torna al cinema dopo due anni dal suo ultimo film con Jimmy’s Hall per raccontare la storia di Jimmy Gralton (Barry Ward, Le bianche tracce della vita – 2000) , personaggio realmente esistito, che si è ritrovato quasi per caso a capo dei comunisti irlandesi nel periodo della guerra civile nel 1921.
Tornato in Irlanda dall’America per cercare di ricominciare la vita rurale che dieci anni prima aveva abbandonato per trovare fortuna, Jimmy, decide di rimettere in sesto la vecchia sala da ballo, luogo che fu costretto a chiudere precedentemente alla sua avventura a stelle e strisce perché mal vista dalla comunità, sotto continue pressioni e richieste degli abitanti. La stessa collettività che attraverso i pregiudizi di un tempo non gli renderà la vita facile neanche questa volta.
Regista rinomato per il suo cinema politicamente e socialmente impegnato, Ken Loach, continua il suo percorso narrativo di personaggi o tematiche scottanti e attraverso Jimmy Gralton, costruisce una visione della chiesa e della politica differenti dai soliti cliché.
Caratterizzata da un ritmo lento, la pellicola offre una narrazione frammentata che spesso sembra confondersi, soprattutto agli occhi di chi non conosce la storia del protagonista che all’inizio del film è introdotto con una descrizione poco accurata. Tecnicamente parlando il film è molto curato. La fotografia di Robbie Ryan (Philomena – 2013) è intrisa degli anni in cui è ambientato il film, così come sono molto azzeccate e suggestive molte delle ambientazioni proposte. Le musiche di George Fenton (Anna and the King – 1999) ben si adattano al racconto e sono utili per trascinare lo spettatore indietro nel tempo.
Per concludere Jimmy’s Hall è un film gradevole anche se non adatto a tutti soprattutto se dal cinema si cerca un intrattenimento leggero. Consigliato se si vuole scoprire questo personaggio e un pezzo di storia dell’Irlanda.